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| Il debito di Formula Imola prende forma Una montagna di debiti, pari a 2,8 milioni di euro grava su Formula Imola. I primi numeri dopo la sentenza-choc di fallimento per la società che gestisce l’autodromo sono usciti ieri mattina...
Una montagna di debiti, pari a 2,8 milioni di euro grava su Formula Imola. I primi numeri dopo la sentenza-choc di fallimento per la società che gestisce l’autodromo sono usciti ieri mattina in una tesa commissione consiliare. Ora l’entità del debito prende forma, anche se gli interrogativi restano molti.
A fornire la cifra il presidente di Con.Ami (socio pubblico con il 20 per cento), Daniele Montroni, che ha risposto alle domande dell’opposizione, precisando però che «i numeri esatti li potrà fornire il curatore fallimentare». Montroni ha elencato anche alcuni creditori, per lo più già noti: Cesi, Allestimenti e pubblicità, l’Astra, l’Ausl e poi Infront (che organizza la Superbike) e Formula Futuro (che organizza la Super stars). Nessuno però si è aggiunto per ora al fallimento, chiesto dalla società milanese MisMas per una vecchia fattura da un milione di euro (per la festa d’inaugurazione del 2008) risalente alla vecchia gestione e saldata solo in parte. Montroni però ribadisce la fiducia nel progetto: «Il fatto che il curatore fallimentare abbia deciso di andare avanti significa che ha valutato che la società può produrre utili».
E’ stato proprio Montroni a ricostruire gli ultimi tre mesi di gestione dell’autodromo, conclusi con la sentenza a sorpresa. MisMas aveva chiesto il pagamento dei 615mila euro ancora da saldare. Prima Formula Imola ha subito un pignoramento di un conto corrente da 259mila euro. Poi MisMas ha presentato istanza di fallimento e la prima udienza è stata a metà dicembre. Formula Imola avrebbe proposto di prendere in carico il debito che a sua volta MisMas ha con diversi fornitori imolesi. «La proposta — spiega Montroni — fu respinta, allora fu offerto di saldare il 70-75%. Ma anche questa proposta fu rigettata». Alla fine, dopo due rinvii, si è arrivati all’udienza del 12 febbraio senza un accordo extragiudiziale. «Formula Imola propose il pagamento del 100 per cento del debito — continua —, ma a quel punto i legali di MisMas chiesero altri 80mila euro di spese, portando il totale a 708mila euro».
A quel punto, il giallo. «Era un venerdì, e il giudice propose di darci altro tempo per trovare un accordo. Formula Imola accettò — racconta Montroni —, mentre MisMas non si oppose. Da subito ci si è messi al lavoro per trovare l’accordo e dare la cifra richiesta e il martedì c’era già un documento firmato. Toccava a MisMas comunicarlo al giudice il giorno seguente». La sentenza arrivò però proprio quel giorno, mercoledì 17. «Noi la aspettavamo il 24 — afferma il numero uno di Con.Ami — e quindi giunse del tutto inattesa». Proprio per questo quando sarà noto il dispositivo , sarà presentato un reclamo, allegando l’accordo. La ricostruzione è stata criticata dall’opposizione e del resto suscita diversi interrogativi, rimasti ieri senza risposta. «E’ possibile che gli avvocati capiscano male quanto detto dal giudice?», ha chiesto Boschi del gruppo misto. E’ possibile, si può aggiungere, rischiare di arrivare fino all’ultimo minuto in un contenzioso così delicato?
Ora sono due le possibilità per uscire dalla spirale del fallimento. Da una parte c’è il reclamo contro la sentenza, dall’altra la possibilità per la società di tornare ‘in bonis’ entro il 22 giugno, data fissata dal curatore fallimentare, saldando i creditori, se nessuno si insinuerà nel fallimento.
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